Trovare un posto nel mondo (o ritrovarlo)
So perché mi trovo qui. So chi sono. So che le etichette si appiccicano addosso, forse, ma poi la colla rinsecchisce, e allora tutto ciò che non ci appartiene si stacca. Inevitabilmente.
So perché mi trovo qui. So chi sono. So che le etichette si appiccicano addosso, forse, ma poi la colla rinsecchisce, e allora tutto ciò che non ci appartiene si stacca. Inevitabilmente.
Quante storie sono racchiuse in un malandato caseggiato popolare della periferia milanese? Tantissime, viene da dire leggendo “La festa del giorno dopo” (Morellini Editore), il primo romanzo di Fabrizio Vangelista.
Storie appassionanti, di speranze e cadute, di sogni infranti e di violenze.
Questa pandemia ci servirà a ripensare le nostre vite, a diventare un po’ migliori e un po’ più attenti al prossimo? Chi lo sa. Se così fosse, rinuncerei volentieri a tante cose che ho amato e abbraccerei di buon grado il cambiamento che ci attende.
Altrimenti? Altrimenti temo che passerò il resto della mia vita ad avere nostalgia di quel futuro che poteva essere, ma non è stato.
Riflessioni sul libero arbitrio nell’era del Coronavirus Sono sicura che in molti stanno scrivendo di queste giornate così diverse e Continua a leggere
Ho appena finito di riguardare, per la seconda volta, l’ultima puntata dell’ultima serie di Orange is the new black. Devo Continua a leggere
Oggi mi è successo uno strano episodio. Stavo scambiando due chiacchiere oziose con un collega a proposito di questo periodo Continua a leggere
La settimana scorsa sono stata lì lì per superare quella sottile linea rossa. Ero stanca, anzi stanchissima, e in ansia Continua a leggere
Ho finito la seconda serie di 13, Thirteeen Reasons Why, Una serie che ho trovato molto bella, dolorosa e in Continua a leggere