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Stavo navigando sul web quando mi è venuta la curiosità di capire cosa comporterà veramente per gli italiani il passaggio al tanto decantato digitale terrestre. Difficile orientarsi fra entusiastici siti ufficiali e i commenti di vari blogger, molto più critici. Quasi subito mi sono imbattuta anche in un’altra entità, ovvero Tivù Sat, la prima televisione satellitare gratuita d’Italia. Devo ammettere la mia totale ignoranza nell’ambito del satellitare, delle pay tv e via dicendo, ma le cose sembravano poco chiare anche a una lettrice poco informata come me.tv Partiamo dal fatto che la transizione al digitale terrestre, da poco avviata, si concluderà soltanto nel 2012. Si tratterà dunque di un processo piuttosto lungo che dovrebbe però portare nelle case degli italiani un maggior numero di canali, con una qualità audio e video decisamente superiore. Fin qui, mi pare, niente di male. Peccato che sia necessario comprare un apposito decoder. Sì, comprare, perché la Rai, che paghiamo profumatamente per fornirci programmi qualitativamente pessimi (salvo rare e meritorie eccezioni che conto verranno rapidamente eliminate) dopo aver richiesto un canone maggiore proprio in virtù di questo passaggio, non ci regala nulla. E lo Stato nemmeno. O meglio, accorda un contributo di 50 euro, ma solo agli over 65 e non ovunque. In ogni caso, se non si compra il decoder, o meglio ancora un televisore nuovo con decoder integrato, non si vedrà più nulla dal momento dello switch off, cioé quando il segnale analogico verrà spento. Vabbé, l’economia deve girare, ci viene ripetuto tutti i giorni. Siamo noi italiani “braccine corte” ad ostinarci risparmiando, conservando le cose finché funzionano, resistendo almeno in parte alla tentazione del superfluo. Ora basta, finalmente saremo costretti a sborsare un po’ del denaro che vilmente vorremmo tenere per noi!

Mah, tutto sommato non si deve sempre essere così critici, dopotutto il passaggio al digitale ci permetterà di vedere gli scadenti programmi delle nostre emettenti con maggiore qualità audio e video, quindi perché lagnarsi? Ah, mi stavo dimenticando di Tivù Sat! Le cose sono legate ed è proprio qui che sta il bello. Lo scopo di Tivù Sat, attivo dal 31 luglio 2009, è fornire su satellite e gratis le trasmissioni di Rai, Mediaset e altre reti come MTV e La7. Tivù srl, la società che si occupa del lancio del satellite in questione, per chi fosse curioso appartiene per il 48,5% a Rai, per il 48,5% a Mediaset e per il resto a Telecom Italia. Sentite puzza di cartello nelle comunicazioni? Ma va, siete i soliti malfidenti! Un’altra cosa davvero lodevole del progetto è che, come dicevo prima, è legato a doppio filo all’avvio del digitale terrestre, perché si prevede che parti del territorio non saranno coperte dal segnale! Ebbene sì, avete capito bene. Si lancia un programma di digitale terrestre, lo si fa all’italiana e quindi si preferisce lasciare le cose a metà (come al solito a risentirne saranno le aree montane o isolate, tanto per incrementare il gap tecnologico del Paese), ma in compenso si crea un’alternativa che però ha fra i suoi scopi quello di far sborsare un altro po’ di soldi. Certo, perché per vedere Tivù Sat non basta l’antenna, serve anche un decoder completamente diverso da quelli attualmente in commercio. Bello vero? Potremo finalmente spendere tanti, tanti soldi (il decoder di Tivù Sat costa attorno ai 150 euro) e riempirci il soggiorno di cavi! Evviva la rivoluzione digitale! Ho solo una domanda a cui spero qualcuno potrà rispondere: se con il satellitare si poteva già assicurare copertura totale del territorio, perché non si è fatto direttamente solo quello, utilizzando i tanti fondi risparmiati per finanziare l’acquisto delle apparecchiature necessarie agli italiani?

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